Premessa

Questa pagina è dedicata ad un’Aquila di San Martino che oggi è volata più in alto, portando per sempre con sè l’amore che nutriva per il nostro paese, per le sue origini, la sua storia e le sue tradizioni e soprattutto per le nostre montagne, che centinaia di volte in vita sua ha scalato e conquistato con la stessa passione della prima volta. Un’Aquila che ha portato il nome della nostra località e delle Guide Alpine di San Martino fin sulle cime del lontano Himalaia, che ha sempre sostenuto l’orgoglio e la fierezza di essere e di sentirsi un vero “Sanmartinot” e che, tra l’altro, condivideva con me la passione per le vecchie immagini del nostro piccolo mondo. Una figura importante di San Martino se n’è andata: ciao Renzo Debertolis!

Come si diceva, il primo impatto per i turisti che giungevano a San Martino, allora come oggi, era quello con la splendida vista della catena delle Pale, forse il più bel gruppo delle Dolomiti. Soprattutto il Cimon della Pala, chiamato allora “il Cervino del Tirolo” (das Tiroler Matterhorn), soggiogava con la sua mole slanciata lo sguardo e l’animo dei forestieri: ecco spiegato il gran numero di cartoline dedicato a questa meravigliosa montagna. I primi “scopritori” della zona di San Martino e delle sue magnifiche Pale furono due viaggiatori anglosassoni, Churchill e Gilbert, nel 1862. Leslie Stephan, altro suddito di Sua Maestà, li seguì alcuni anni più tardi, imitato nel 1870 da Edward Whitthell che per primo toccò la vetta, o come si usava dire al tempo, la culminazione, del Cimon della Pala. Sempre dall’Inghilterra venne alla volta di Primiero Amelia Edwards che, nel 1872, lasciò ai posteri un affascinante diario del suo viaggio nelle Dolomiti. Ai viaggiatori inglesi si aggiunsero presto i germanici, tra cui spiccò la figura del barone Theodor Wundt che scalò il Cimone con le guide del posto e ne lascio un racconto nel suo volume “Die Besteigung des Cimone della Pala”, illustrato con le foto dell’ascensione. Anche grazie al richiamo dato da tali personaggi, iniziarono a salire alla ribalta i nomi delle guide alpine di San Martino, dapprima cacciatori o mandriani che, con le loro conoscenze del territorio potevano fare da guida ai forestieri lungo le scoscese pareti di dolomia. Tra loro emersero figure chiave della storia dell’alpinismo alpino, tra cui Michele Bettega, Bortolo Zagonel e Giuseppe Zecchini. Il nome che si diedero suscita ancora oggi rispetto ed ammirazione: Aquile di San Martino. Come supporto per le scalate o per le gite sulle Pale di San Martino vennero pure realizzati i rifugi alpini, immortalati anche questi da alcune cartoline d’epoca. Il primo fu il rifugio Rosetta, di proprietà della Società Alpinisti Tridentini (SAT) ed inaugurato il 13 agosto 1889. Seguirono i due ulteriori rifugi, Pradidali e Canali, costruiti e di proprietà della sezione di Dresda del “Deutsch-Österreichische Alpen Verein”, ed inaugurati il 30 ed il 31 agosto 1897.

Einleitung

Diese Seite ist einem Bergführer von San Martino gewidmet, einem Adler, der heute noch höher geflogen ist und seine Liebe für unser Dorf, für dessen Ursprünge, Geschichte und Traditionen und vor allem für unsere Berge mitgenommen hat. Unsere Berge, die er in seinem Leben vom ersten Tag an immer mit derselben Leidenschaft hunderte Male bestieg. Ein Adler, der den Ruf unserer Ortschaft und der Bergführer von San Martino bis auf die fernen Gipfel des Himalaya brachte und sich immer stolz fühlte, ein echter Sanmartinot (Einwohner von San Martino) zu sein.

Gemeinsam teilten wir die Liebe für alte, unsere kleine schöne Welt darstellende Bilder.

Eine wichtige Figur von San Martino hat uns verlassen: tschüß, Renzo Debertolis!

Das Erste, was dem Besucher ins Auge fiel, waren natürlich die prächtigen Gipfel der Palagruppe, vielleicht die schönste Dolomitengruppe. Der Blick und die Seele der Besucher wurden vom schlanken Profil des auf Hunderte von Postkarten dargestellten Cimon della Pala gefesselt, der damals das Tiroler Matterhorn genannt wurde. Das Gebiet von San Martino und seine Berge entdeckten im Jahre 1862 zwei Briten, Churchill und Gilbert. Ein paar Jahre später kam ein anderer Engländer, Leslie Stephan; 1870 wurde der Gipfel des Cimon della Pala von Edward Whitthell zum ersten Mal erreicht. Nach Primör kam auch die englische Erforscherin Amelia Edwards, die 1872 ein Buch über ihre herrliche Reise in den Dolomiten publizierte. Bald begannen auch deutsche Reisende, diese Gegend zu erkunden. Einer davon war der Baron Theodor Wundt, der mit den örtlichen Bergführern den Cimone bestieg: darüber erzählte er in seinem, mit Bildern illustrierten Buch Die Besteigung des Cimone della Pala. Die ersten Pioniere trugen außerdem dazu bei, den guten Ruf der Bergführer von San Martino zu verbreiten. Die Bergführer waren am Anfang Jäger oder Viehhüter, die ihre Erfahrung und ihre Kenntnisse der Gegend nutzten, um Reisende auf die steilen Dolomitfelswänden hinauf zu führen. Manche davon wurden zu echten Protagonisten in der Geschichte des Alpinismus: u.a. Michele Bettega, Bortolo Zagonel und Giuseppe Zecchini. Sie nannten sich Aquile di San Martino (Adler von San Martino), eine Bezeichnung, die heute immer noch Respekt und Bewunderung erweckt.

This page is dedicated to an Eagle of San Martino (as our Alpine Guides are called), who today has flown higher taking with him the love he had for our village, its origin, its history and traditions and, over all, for our mountains. During his life, he climbed them and conquered them time over time with the same passion of the beginning. An Eagle who brought San Martino’s name as far as on the Himalaya’s peaks, who always had the pride and dignity of being and feeling a true “Sanmartinot” (native of San Martino) and who, besides, shared with me the interest for old images of our little world.

An important personality left us: ciao Renzo Debertolis!

As I mentioned, the first impact for the tourists arriving to San Martino was, back then as today, the stunning view of the Pale’s range, maybe the most beautiful among the Dolomites. Over all, the Cimon della Pala, called at that time the Tirol’s Cervino (the Tirol’s Matterhorn), dominated with its slender bulk the gape and the soul of the foreigners: that explains the great number of post cards dedicated to it.

The first “explorers” of the San Martino’s area and of its wonderful peaks were two Anglo-Saxon travellers, Churchill e Gilbert, in 1862. Leslie Stephan, another Her Majesty’s subject, followed them some years later and afterward, in 1870, Edward Whitthel, who first climbed to the mountain tops or, as they used to say at that time, to the “upper culmination”. Still from England arrived to Primiero Amelia Edwards who, in 1872, left to posterity a charming diary about her journey across the Dolomites. Soon Germans joined Englishmen; among them stands out the personality of Baron Theodor Wundt, who climbed the Cimone with local Alpine Guides and wrote a report into his book “Die Besteeigung des Cimone della Pala”, illustrated with the photos of his climbing.

Also thanks to the reports given by such figures, the San Martino Alpine Guides’ names began to be known. They first were hunters and cattlemen who, due to their knowledge of the land, became Guides for foreign visitors along the steep Dolomite walls. Among them Michele Bettega, Bortolo Zagonel and Giuseppe Zecchini had been key figures of the mountaineering in the Alps. They chose for themselves a name which still now inspires admiration and respect: “The Eagles of Dolomites”.

The Alpine Huts had been built for supporting climbers and hikers on the Pale and you can see them in many old post cards. The first was the Rosetta Hut, owned by Tridentum Alpinist’s Society (SAT) and opened August 13th 1889. Other two huts followed: Pradidali Hut and Canali Hut, both built and owned by Dresda’s section of the “Deutsch-Osterreichische Alpen Verein” and opened August 30th and 31st 1897.